THE SMART TRICK OF PENA REATO DI TRUFFA - PENALISTAAVVOCATO.COM THAT NOBODY IS DISCUSSING

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Non integra il delitto di calunnia l’utilizzo di una carta di identità falsificata presentata allo sportello di un istituto bancario for each commettere una truffa in quanto la fattispecie di calunnia cd.

La frode informatica, prevista dall’art. 640 ter c.p., si configura appear la condotta di “chi, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o advert esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno”. 

Il percorso interpretativo sistematicamente percorso dalla giurisprudenza è dunque volto a verificare se il contesto, pur astrattamente determinante una posizione di squilibrio tra parti, abbia nel concreto costituito un effettivo ostacolo per la parte offesa e dunque abbia concretamente facilitato l'azione delittuosa.

L’unilaterale modificazione da parte di uno dei contraenti in corso di esecuzione dell’accordo contrattuale delle modalità esecutive di esso rispetto a quelle previste nel progetto inizialmente concordato tra le parti non è idonea a integrare il delitto di truffa in quanto manca l’elemento specifico di detta ipotesi criminosa costituito dall’esistenza di un diretto rapporto causale tra gli artici posti in essere dall’agente e la prestazione di un consenso viziato da parte del soggetto in tal modo tratto in inganno e può solo configurare ricorrendone i presupposti un inadempimento contrattuale. Cass. pen. sez. I 17 luglio 2003 n. 30216

La truffa di riferimento è qui conosciuta occur “truffa del principe nigeriano”, richiamando una tipologia di inganno che si consumava via posta ordinaria e, attraverso un racconto articolato su carta intestata advertisement avvalorare la richiesta del famigerato principe nigeriano, chiedeva alle vittime di aiutare il mittente nel disbrigo di alcune pratiche for each un’eredità in cambio di un lauto corrispettivo.

Il contribuente che si vede arrivare sul cellulare un SMS o una mail spesso cade nel tranello perché non è al corrente del fatto che non è questo il mezzo utilizzato dalle banche o dagli enti pubblici per chiedere dati sensibili e dati personali.

(Nella specie la Corte ha ritenuto che dovesse configurarsi il tentativo di estorsione e non quello di truffa nella condotta dell’imputato il quale aveva prospettato il pignoramento ed il sequestro di tutti i beni e le somme depositate presso gli Istituti di credito di proprietà del soggetto passivo per costringerlo a versargli una cospicua somma di denaro non dovuta). Cass. pen. sez. VI sixteen luglio 2003 n. 29704

L’induzione in errore non basta perché si configuri il reato di truffa se mancano owing ulteriori elementi: il profitto dell’agente e il danno altrui.

Ai fini della configurabilità del delitto di truffa l’atto di disposizione patrimoniale quale elemento costitutivo implicito della fattispecie incriminatrice consiste in un atto volontario causativo di un ingiusto profitto altrui a proprio danno e determinato dall’errore indotto da una condotta artificiosa.

La simulazione dell’esistenza di un rapporto di lavoro integra il delitto di tentata truffa in quanto costituisce atto idoneo diretto anchor in modo non equivoco ad indurre in errore con l’artificio delle Bogus dichiarazioni gli enti previdenziali ed assistenziali allo scopo di procurarsi l’ingiusto profitto delle prestazioni da questi erogate. Ed invero la falsa rappresentazione della costituzione di un rapporto di lavoro dipendente – presupposto indispensabile for every il godimento delle prestazioni della previdenza ed assistenza sociale – effettuata mediante comunicazione all’ufficio competente presenta all’evidenza l’attitudine a far conseguire dette prestazioni e quindi a determinare l’evento del reato di truffa sicché deve considerarsi integrato il requisito dell’idoneità degli atti; e poiché non potendo essere ne a sè stessa la simulazione non può avere altro scopo che quello fraudolento secondo quanto impone di ritenere la comune esperienza risulta integrato anche il requisito dell’univocità degli atti che sono tali quando considerati in sè medesimi for each il contesto nel quale si inseriscono for every la loro natura ed essenza rivelino address secondo l’id quod plerumque accidit l’intenzione dell’agente.

La truffa ai danni dello Stato non va comunque confusa con la truffa aggravata per il conseguimento di this contact form erogazioni pubbliche, punita dall’articolo 640-bis c.p. e posta in essere quando il fatto commesso dal truffatore riguarda “contributi, finanziamenti, mutui agevolati ovvero altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o delle Comunità europee”.

(In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto sussistente l’ipotesi della truffa consumata nel momento in cui la parte offesa aveva versato l’assegno circolare a titolo di pagamento e non nel momento in cui la stessa parte offesa aveva richiesto advertisement un istituto bancario l’emissione dell’assegno circolare intestato a terzi e con la clausola di non trasferibilità). Cass. pen. sez. II 8 luglio 2003 n. 28928

In tema di bancarotta poiché anche i diritti di credito rientrano nel patrimonio del fallito costituisce distrazione qualsiasi condotta diretta a destinare attività fallimentari a scopi diversi dalla garanzia dei creditori; ne consegue che il delitto di truffa può concorrere con quello di bancarotta fraudolenta nel caso in cui i debitori di una società di capitali – dichiarata fallita – siano indotti in errore dall’amministratore il quale ne incassi i crediti nella sua qualità di legittimo destinatario dei pagamenti appropriandosi le relative somme. Cass. pen. sez. V twelve ottobre 2001 n. 36865

In tema di truffa ai danni dello Stato od enti pubblici non presenta di for each sè caratteri di falsità rilevanti ai ni dell’integrazione della condotta tipica del reato la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà proveniente dal lavoratore che onde ottenere dall’ASL l’erogazione dell’aspettativa retribuita prevista dall’art. 42 comma quinto D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 151 si qualifichi convivente con il familiare portatore di “handicap” cui presta assistenza sebbene dimori altrove non potendo il concetto di convivenza essere ritenuto coincidente con quello di coabitazione poiché in tal modo si darebbe un’irragionevole interpretazione restrittiva della disposizione citata per effetto della quale si escluderebbe senza motivo dal beneficio il lavoratore che in effetti convive ancorché soltanto limitatamente ad una certa fascia oraria nel corso della giornata con il familiare bisognoso proprio al wonderful di prestargli assistenza for every un arco di tempo in cui quest’ultimo altrimenti ne sarebbe privo. Cass. pen. sez. II 17 maggio 2017 n. 24470

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